GIANNI MAIANI
Tsunami: Intervista ai Moken delle Andamane









    Descrizione dei contenuti
     
     I Moken furono gli unici ad aver previsto l'arrivo dello Tsunami
    Con 275.000 vittime e 15 Paesi coinvolti, quello del 26 dicembre 2004 fu il maremoto più devastante che si ricordi a memoria d’uomo.
    Al fallimento delle tecnologie figlie delle “civiltà evolute” si è contrapposta un’eccezione, costituita da una sparuta minoranza etnica: i Moken, o “zingari del mare”. L’eccezione è clamorosa se si considera che questo popolo è in netta antitesi con tutto ciò che è tecnologico. I Moken hanno da sempre fatto del mare la propria Nazione e le barche la loro abitazione. Il rapporto dei Moken col mare è così intimo e profondo che i loro occhi si sono adattati, nel corso delle generazioni, a veder meglio sott'acqua.
    Senza alcuna tecnologia, ma con una conoscenza del mare che non ha eguali nel pianeta, i Moken fuggirono sulle colline delle isole subito prima dell’arrivo delle onde di Tsunami del 26 dicembre.
    Ma sulla base di quali conoscenze?

     Ci furono simili Tsunami nel passato delle Andamane?
    La mia ipotesi era che in un passato molto lontano doveva esserci stato un altro evento simile a quello del 2004 per portata. Del resto, i Moken vivono tra gli arcipelaghi Thailandesi e Birmani, di fronte alla faglia sottomarina delle isole Andamane. Le memorie di un precedente evento così catastrofico avrebbero potuto, secondo la mia idea, essere state tramandate di generazione in generazione attraverso i racconti degli anziani.
    Occorreva quindi trovare un anziano Moken che potesse confermare (o smentire) la mia idea. L’ostacolo maggiore era la comunicazione, giacché i Moken utilizzano una loro lingua e non molti sono quelli in grado di utilizzare anche il Birmano o il Thai. Con un po’ di fortuna abbiamo trovato Chalee: un anziano Moken in grado di esprimersi anche in un dialetto Thai.

     Intervista : l'anziano Moken Chaleh racconta l'esperienza del Dicembre 2004
    L’anziano Moken racconta i momenti che precedettero le onde di Tsunami e parla di tre onde successive (*).
    L’interpretazione che l’anziano fornisce al ritrarsi del mare è sorprendente: egli afferma d’aver identificato nella assoluta quiete che precedette le ondate una situazione di anormalità e di potenziale pericolo. Al ritirarsi del mare, Chalee osservò le colline dell’isola per capire se la terra si stesse inclinando (causando quindi il ritirarsi del mare). Avuta la conferma che era il mare ad essere “sbagliato”, prima tentò senza successo di salvare la barca, quindi diede l’allarme senza tuttavia riscuotere molto credito neppure tra i membri della sua famiglia, più giovani e meno esperti. Appena il tempo di salire sulla collina e le onde avevano già spazzato tutta la costa, portando via ogni cosa, inclusa la barca della famiglia (alla quale Chalee si riferisce talvolta col termine "casa").

     Intervista : l'anziano Moken Chaleh racconta delle sue precedenti esperienze di Tsunami
    La mia ipotesi su uno Tsunami catastrofico evocato nei racconti dei Moken e collocato temporalmente in un lontanissimo passato trova nelle parole di Chalee una conferma solo parziale. Chalee asserisce, infatti, che in alcuni racconti (boran) si associava al ritrarsi mare uno stato di pericolo con "onde giganti". I (boran), tuttavia, non sembrano includere riferimenti specifici ad un particolare evento del passato. Dalle parole dell'anziano Moken emerge però un elemento sorprendente: la capacità di Chalee di prevedere l'arrivo delle onde non è attribuibile esclusivamente ai "boran", ma anche e soprattutto ad esperienze ben più dirette. L'anziano Moken asserisce infatti d’aver già sperimentato due eventi simili nel corso della sua vita quando viveva nell’arcipelago del Myanmar. Attribuire una data precisa ai due Tsunami non è però possibile, in quanto Chalee non conosce la propria età. Al fine di fornire comunque un qualche riferimento temporale, Chalee racconta che all’epoca dei due Tsunami egli non era più un bambino, ma era già in grado di cantare, di ballare e di lavorare. È possibile quindi che si tratti di eventi accaduti circa 40-45 anni fa, prima della nascita di sua moglie, che al contrario non vide nessun altro Tsunami prima di quello del 2004.

     Conclusioni
    La capacità dei Moken nel recepire i segnali di pericolo antecedenti uno Tsunami può in parte essere attribuibile a racconti (boran) che fanno un generico riferimento ad eventi accaduti nel passato. Tali racconti, al contrario da quanto da me ipotizzato, non sembrano tuttavia riferirsi in modo preciso ad un antico e specifico Tsunami.
    Oltre a ciò, la capacità dei Moken nel prevedere l'arrivo di onde di Tsunami potrebbe essere rafforzata da esperienze dirette e molto recenti: maremoti di intensità non trascurabile (di violenza tale da generare timore nella popolazione indigena), ma provocati da movimenti tellurici ben più localizzati rispetto a quelli del 2004 (dove invece si ebbe l'eccezionale spostamento di un'intera faglia, per un fronte di ben 1200 Km).


Note a margine: il tramonto di una cultura?
La popolazione Moken ha da sempre fatto del mare la propria Nazione e le barche la loro abitazione. Il rapporto dei Moken col mare è così intimo e profondo da aver fatto adattare, nel corso delle generazioni, i loro occhi a veder meglio sott'acqua. Refrattari al concetto di "Nazione" o di "confine", gli zingari del mare si spostavano liberamente tra le varie isole del mar delle Andamane, sconfinando tra i territori della Thailandia e del Myanmar. Abbastanza comprensibilmente, i governi di tali Paesi tendono a non incentivare sconfinamenti incontrollati. Mentre poco è dato sapere sul versante del Myanmar (alcune fonti riportano di persecuzioni da parte del regime militare), in Thailandia è in atto un programma di censimento teso a fornire ai Moken servizi base quali istruzione e assistenza sanitaria. Abbiamo visitato una scuola elementare per Moken e ne abbiamo ricavato una buona impressione: la gestione è lasciata a volontari che svolgono il loro lavoro per pura passione, e tutto sembra svolgersi nel pieno rispetto della cultura e delle tradizioni Moken. Ma tutto ha un prezzo, e la stanzializzazione, pur con i suoi innegabili vantaggi, finisce per modificare lo stile di vita di questa popolazione. Seppur molto lentamente, l'inevitabile contatto con altre civiltà (ivi incluse quelle rappresentate dai turisti), porta all'ingresso nella vita dei Moken di oggetti, apparentemente in grado di apportare solo benefici (maschere, pinne, motori marini), ma che in modo lento e silenzioso finiscono per erodere capacità acquisite nel corso di molti secoli. L'anziano Moken, che è rimasto uno dei pochi a voler continuare a vivere sulla barca, sembra essere ben consapevole di ciò, ed esprime una rassegnata previsione sul futuro delle prossime generazioni.


Scuola elementare Moken

Cosa può disegnare un bambino Moken? Di una cinquantina di disegni che abbiamo visionato non ve ne era uno che non avesse attinenza col mare.

Educazione: un bambino Moken ha appreso che il fumo nuoce alla salute. Meglio che lo sappiano anche i pesci pappagallo prima che questi comincino a fumare.